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A un metro da te, recensione film.

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Buongiorno a tutti cari lettori,

oggi vi parlo di un film che è recentemente uscito nelle sale dei cinema italiani: A un metro da te!

Inizio col dire che in genere non amo i film drammatici anche se a volte non mi dispiace vederli. Come mai ho deciso di vederlo? Una mia amica ha una sorta di cotta per il bellissimo Cole Sprouse. Eh si, devo ammettere che solo il fatto che c’era lui mi ha incuriosito a tal punto che ho deciso di andarci.

Abbiamo come protagonisti due ragazzi, Will e Stella, entrambi malati di fibrosi cistica, una malattia genetica mortale che porta alla secrezione di muco molto denso e viscido e quindi poco scorrevole. In parole povere, la gente che ha questa malattia affoga nel proprio muco. Lui è un ragazzo “ribelle” che non vuole ascoltare le dritte dei medici nell’attesa dell’arrivo di nuovi polmoni, dotato di un forte umorismo. Lei è una maniaca del controllo, molto premurosa e soprattutto parla agli altri della sua vita, tendenzialmente passata negli ospedali con le infermiere su YouTube. La relazione tra i due è impossibile, perché non possono stare vicini, massimo a due metri di distanza, altrimenti si scambierebbero i batteri e ciò li condannerebbe a morte. Un giorno, Stella decide che la fibrosi cistica le ha già portato via tanto e che ora è arrivato il momento che sia lei a prendersi qualcosa, un metro. Dunque rimarrà solo un metro a separarla dal ragazzo che ama e che l’ha fatta uscire fuori dai suoi schemi.

Cosa ne penso?

Beh, il film mi ha fatto conoscere questa malattia di cui non avevo mai sentito parlare e il film di per sé fa capire che tralasciando i vari problemi che causa, queste persone stando negli ospedali vivono praticamente insieme ma non possono relazionarsi perché sarebbe controproducente. I due attori sono stati bravissimi perché la loro relazione basata sugli sguardi è stata profondamente avvertita da chi guardava il film proprio grazie alla loro bravura, infatti non si toccano mai ma il legame che li unisce si avverte. Io ho visto con entusiasmo la prima parte, poi però il film è diventato troppo teso e anche se non ho pianto (non sono un mostro insensibile ma non piango per i film ma solo nella vita reale) sono stata in tensione per tutto il resto del film. Si, è una realtà abbastanza drastica, dove ogni secondo potrebbe essere l’ultimo, è una storia che sa di reale e anche per questo l’ho apprezzata, ma la tensione che mi ha messo in alcune scene mi ha portato a pensare che siccome è pur sempre un film bisognava alleggerire l’atmosfera. Perché? E’ un film drammatico, è normale che sia così. Dal mio punto di vista, un film è finalizzato anche ad essere rivisto più volte, io non lo riguarderei, MA NON PERCHÉ NON MI È PIACIUTO ma perché secondo me il pilastro fondamentale del film era proprio la malattia stessa e quindi la relazione tra i due, che nel trailer sembrava aver uguale importanza, passa in secondo pianoVi faccio un esempio, l’anno scorso ho visto Il sole a mezzanotte, un film drammatico che mi è piaciuto un sacco e ho rivisto più volte perché diventa drammatico verso la fine, dunque fa conoscere la malattia ma non mette ansia, perché il tema principale è la relazione tra i due, quindi appassiona. Penso che “A un metro da te” sia da guardare almeno una volta perché è giusto conoscere queste realtà e tutti noi dovremmo cercare di aiutare queste persone nel nostro piccolo. E poi, vogliamo parlare del finale? Ma quale? Quello che non c’è stato? Se qualcuno mi chiede“Che fine hanno fatto Will e Stella?”io posso rispondere solo che non hanno fatto una fine, oppure il finale è un po’ in stile liberty, del tipo “immaginatelo da solo“.

Positive:

  • Veniamo a conoscenza di questa realtà (fibrosi cistica);
  • Relazione fatta di sguardi (molto apprezzata);
  • Ironia di Will e Stella (apprezzata anche questa);
  • Cole Sprouse 😂😏.

Negative:

  • Nella seconda metà è molto teso;
  • Finale inesistente;
  • Relazione troppo in secondo piano.

Giudizio globale:

4/5 stelle.

Gli metto 4 stelle perché il film ha fatto il suo dovere, cioè informarci sulla malattia, non metto anche la quinta stella perché non mi è piaciuto il finale. Per quanto mi riguarda, io vedo un testo senza un punto alla fine. Mi è piaciuto ma potevano fare di meglio, come per esempio aggiungere personaggi adulti, come i genitori che nel film si vedono solo una volta, renderli quindi più partecipi in modo tale da coinvolgere anche i grandi. Non lo consiglio ai più piccoli essendo che in alcune parti è stato pesante anche per me.