Recensione

Recensione di Blossom di Alice DC

A cura di Claudia Manco

Titolo: Blossom
Autore: Alice DC
Data di pubblicazione: gennaio 2020
Genere:
Romance
Editore: self-published 
Collana: Hearts on Fire
Prezzo: eBook €2,99; Cartaceo €14,50;
Disponibile su Kindle Unlimited

Trama 

Può, la crepa più oscura del tuo cuore, diventare la più grande forza della tua anima?

Magnolia, ferita nel corpo e nella mente, adesso sta tornando alla vita, illuminata da un sole con occhi color dell’oceano. Il suo presente profuma di speranza, ma il passato resta ancora il suo più grande tormento.

Colin, dopo essersi negato all’amore, ora ha donato il suo cuore a un fiore dai petali puri e fragili.

Ci sono però ferite ancora aperte sul loro cammino, che sanguinano paura, mettendo a rischio quel futuro che tanto hanno aspettato di poter vivere.

Perché Ryan adesso sa dov’è la sua dea dai capelli rossi, e vuole averla di nuovo per sé.

Ma il cuore di chi ama non si arrende.

Il cuore di chi ama, s’infiamma.

Il cuore di chi ama fiorisce, rivelando tutto se stesso.

Recensione 

Here we go again, lettori! Lo so, vi ho davvero assillato con i complimenti a “Magnolia”, il primo volume di questa duologia…e aspettate di vedere cosa ho da dire su “Blossom”, il secondo e ultimo volume! 

Se invece non avete letto la prima recensione e non avete idea di cosa io stia parlando… Vi piacciono i romance? Sì? Benissimo! E i romance che trasmettono non uno, ma una miriade di messaggi positivi, delicati e importanti e che, per di più, sono scritti in maniera egregia? Ma che coincidenza, siete nel posto giusto!

Se non avete letto “Magnolia”, fate dietrofront e recuperatelo. Se l’avete letto e l’avete amato, allora parliamo insieme del sequel che non potete perdervi!

Fremevo per iniziare questo secondo volume, perché l’epilogo del primo mi aveva letteralmente stravolta, e averlo in anteprima è stato per me un immenso onore.

Immaginate ora la mia sorpresa (e rabbia e angoscia, anche) quando, dopo aver aperto con bramosia il file, nel prologo ho letto il suo nome: sto parlando proprio di lui, di Ryan, lo scellerato psicolabile torturatore che ha distrutto psicologicamente e fisicamente la nostra Magnolia nel primo libro. 

Lo odiamo tutti, sì, è normale. Allora mi spiegate come diavolo ha fatto l’autrice a renderlo così…umano? No, non parlo di umanità nel senso di dolcezza. Parlo di fragilità, di traumi e di paure. Se non conoscessimo Ryan per quel che è diventato, questo prologo sarebbe struggente e tenero.

L’autrice è stata magistralmente capace di presentare un personaggio dall’animo tanto corrotto sotto un’altra luce, facendoci entrare nella sua mente e nel suo passato, permettendoci non certo di giustificarlo, ma almeno di capire

L’avevo già detto per “Magnolia” riguardo un altro delicatissimo tema e si è rivelato vero anche per “Blossom”: Alice prende le mie convinzioni e le smonta una ad una, facendomi osservare le cose da un’altra prospettiva. Magari continuerò a non condividere, ma riflettere a fondo è importante, perché ci porta alla comprensione, quella che spesso ci manca.

Questa duologia è più di una semplice saga romance: vi sono catalizzate una serie di problematiche gravi e importanti, a volte troppo poco trattate nella nostra realtà, benché vivide e attuali. Esono presentate con una delicatezza estrema.

La violenza sulla donna, l’autolesionismo, l’aborto, la perdita di una persona cara, il suicidio, la malattia, l’anoressia… Eppure, contrariamente a ciò che potete pensare, non è mai “troppo”. Troppo pesante, o soffocante, o noioso. Mai, ragazzi miei, credetemi. Ogni tematica entra in punta di piedi, per sensibilizzare il lettore e spingerlo non solo a gustare un ottimo romance, ma a riflettere.

Per questo credo che questi libri, che delineano un toccante percorso di formazione per i personaggi, possano aiutare una miriade di persone diverse, così che il dolore non prenda il sopravvento sulla nostra forza e sulla nostra umanità.

Prendete Ryan, per esempio. In “Blossom” abbiamo la possibilità di vedere che anche lui è stato una vittima, un tempo. 

Ma c’è chi, dopo essere stato una vittima, risorge da carnefice e chi invece, come la nostra Magnolia, non perde la gentilezza dentro di sé e rende quell’esperienza traumatica solo una ferita di guerra da portare con onore, a monito del proprio coraggio e della propria resilienza.

Abbandonarsi alle tenebre è facile, continuare a vivere nel dolore e nell’angoscia è comodo. Terrificante è, invece, riprendere in mano la propria vita e renderla degna di essere vissuta.

“Se è vero che non sappiamo quanto tempo ci resti, è altrettanto vero che siamo in grado di scegliere come trascorrere quello che abbiamo”.

E Magnolia sceglie di trascorrere il suo tempo ritrovato con le persone che ama. Colin, in primo luogo, l’uomo che le ha dimostrato che l’amore non è orrore e supplizi ma premure e pazienza, fiducia e libertà.

Chi ha già letto il primo volume sa che il rapporto tra i due non è un rapporto da fiaba. C’è amore, amore fino a far scoppiare il cuore, ma il loro legame è realistico e fatto anche di preoccupazioni, incomprensioni, litigi.

Magnolia e Colin sono due anime complementari eppure si respingono per eludere il rischio di mettere l’altro in pericolo, dato che Ryan non è certo l’uomo con cui scherzare. 

In “Blossom” viene anche approfondita la famiglia di Colin. Conosciamo meglio sua figlia, la piccola e combattiva Claire, e i suoi nipoti, in particolare Judith che, a suo modo, è spezzata proprio come Magnolia. 

Le due potranno quindi comprendersi e aiutarsi a vicenda; leggere di loro sarà molto dolce. 

Anche il lento fiorire del rapporto tra Magnolia e la piccola Claire è estremamente emozionante. Lei ne ha vissute fin troppe per essere solo una bambina, tuttavia possiede la forza di un uragano.

“Ci stavamo toccando un po’ il dolore, così che facesse un po’ meno male e potessimo tornare a fiorire”.

Un aspetto che mi è piaciuto molto e che in questo secondo libro viene approfondito di più è la passione di Magnolia per la fotografia, quasi fosse un amo capace di tirarla fuori dal suo abisso.

Una passione che immortala attimi di gioia contro lo sfondo di un passato ombroso, dal quale rinascere. Magnolia fa di questo strumento un trampolino di rinascita. Desidererei con tutto il cuore partecipare alla sua iniziativa (non posso scendere nei dettagli per non rovinarvi quella che è una bellissima sorpresa) e darei un braccio perché fosse reale, per prendervi parte e ammirarla come merita.

Non mi soffermo troppo a parlare dello stile, perché la narrazione ha un ritmo unico e perfetto, la scrittura è corretta ed esaustiva e arriva dritta al cuore.

Come per “Magnolia”, c’è una cura assurda per i dettagli. Le citazioni all’inizio e alla fine dei capitoli sono una nota nuova in questo sequel e sembrano coronare ciò che viene narrato di volta in volta. L’attenzione di un autrice e la passione che mette nella scrittura si vedono anche da questi particolari, ricordatevelo. 

Per una buona metà del libro le cose procedono apparentemente tranquille… se non fosse per i POV di Ryan che tengono alto il livello d’angoscia, perché il nostro psicopatico ha un unico desiderio: riprendersi Magnolia. E farla impazzire un po’, nel frattempo, tramite subdole minacce e avvertimenti.

Poi, improvvisamente, arriva l’azione. Intensa, come ogni cosa in questo libro. Travolgente e ansiogena. Temi per ogni personaggio, anche il più marginale, perché l’autrice è stata capace di farteli stare tutti a cuore, caratterizzandoli al meglio.

Ryan fa la sua mossa, per la quale ci stiamo preparando da due libri e crediamo di essere pronti, di aver preso qualsiasi precauzione possibile… 

E ci frega comunque, tutti quanti. I protagonisti, noi lettori…Dannato psicopatico! (con affetto eh. Scherzo, neanche un po’.)

Di solito ho lo strano vizio di leggere l’ultimo paragrafo di ogni libro che inizio, perché gli spoiler non mi danno per nulla fastidio, ma con “Blossom” ho deciso di non farlo e ne sono stata contenta. Il Pathos che mi ha accompagnato durante la lettura, infatti, non ha avuto prezzo.

Gli ultimi capitoli hanno quasi rischiato di farmi venire un attacco di cuore, ve lo giuro. Mandavo screenshoots all’autrice con l’ansia a palla.

Sono stata quindi sollevata che la resa dei conti durasse relativamente poco, perché sul serio il mio cuore non avrebbe retto, ma sono stata contenta di com’è stata sviluppata la scena centrale dello scontro.

Era giusto che ogni personaggio facesse i conti coi propri demoni, che se ne discutesse in un ultimo sprazzo di sincerità e poi andasse incontro al proprio destino.

Credo che il finale sia il giusto coronamento di questa storia, per quanto per certi versi mi abbia fatto versare fiumi di lacrime. 

L’epilogo, infine, mi ha spezzata e poi ricomposta.

In conclusione? 

“Blossom”, non avrei mai creduto di poterlo dire, è persino più bello di “Magnolia”. Ho elogiato così tanto il primo volume perché per me era già il massimo che un romance poteva offrire, ma “Blossom”…ha persino qualcosa in più. E quel qualcosa in più si chiama Judith, e Claire, e Vincent, e ha molto a che fare con lo sviluppo ancor più approfondito di ognuno dei nostri amati personaggi.

Evito di dirvi quanto ho pianto (di gioia, commozione e tristezza in punti diversi del romanzo) perché potete immaginarlo e soprattutto mi comprenderete quando ce l’avrete tra le mani. Non potete assolutamente perdervelo!

“Magnolia” e “Blossom” avranno sempre un posto speciale nella mia libreria, e io non compro praticamente mai romance in cartaceo (sapete che il mio amore è il fantasy) ma…

Che duologia straordinaria, ragazzi!

Valutazione

Cinque stelle sono riduttive